
Nasce ai Castelli Romani il progetto Rete VIP – Vino Innovazione e Pane per realizzare un’innovativa filiera produttiva intercomunale con lo scopo di valorizzare le eccellenze agroalimentari locali e promuovere il territorio posto a sud-est della Capitale.
Ho sempre sognato di poter godere i tempi della Dolcevita, quella nuova epoca della storia italiana ricca di progetti e speranze. Ed è bellissimo ascoltare i racconti di chi ha vissuto in prima persona la Roma di quegli anni, tra via vai di attori, registi e paparazzi che affollavano via Veneto e i suoi locali, veri templi di costume, e i cambiamenti culturali di questo mondo nuovo, straordinariamente documentato nella celebre pellicola “La Dolce Vita” del maestro Federico Fellini.
In questo contesto di gioia e miracolo economico sono i Castelli Romani, posti alle porte della Capitale, a vivere un’aria autenticamente mondana, riempiendo le proprie viuzze di personaggi celebri, che qui presero dimora, in un’atmosfera di schietta autenticità di tradizioni e costumi. Poi, di pari passo alle tensioni politiche che afflissero il Paese, seguì anche il tremendo oblio della pittoresca zona laziale, afflitta da una crescente iper-urbanizzazione che ne trasformò la vocazione turistica, ancor di più minata dall’assenza di visione della salvaguardia dell’unicità territoriale. All’improvviso, i Colli Albani e Tuscolani si auto relegarono a dormitori alle porte dell’Urbe, a meta di gite mordi e fuggi, a luoghi dove la viticoltura divenne di quantità più che di qualità.
La nascita di Rete VIP
Oggi si è cambiato definitivamente marcia e tra vocate vigne a Denominazione di Origine Controllata e la fragranza del Pane Casareccio di Genzano, che vanta l’IGP, si è sviluppata la rete costituita da 21 aziende produttive, per lo più vitivinicole, che ricadono nel territorio dei comuni di Genzano di Roma, Lanuvio, Velletri, Albano Laziale, Nemi e Ariccia. Un progetto unico nel panorama regionale che favorirà l’incremento della competitività e la produttività delle attività economiche locali, facilitando uno sviluppo territoriale sostenibile; tutto all’insegna della collaborazione e coesione sociale, del recupero e preservazione della tradizione locale e della promozione dei prodotti tipici, senza tralasciare l’innovazione in campo turistico esperienziale.
Per favorire questo circolo virtuoso Rete VIP ha in programma la realizzazione e partecipazione a diversi eventi importanti come la masterclass di approfondimento tenutasi durante la tre giorni a Beviamoci Sud a Roma nel mese di dicembre, rinomato evento capitolino dedicato ai vini del Centro Sud e Sud d’Italia.
Rete VIP
Rete VIP a Beviamoci Sud
È stata un bel successo la sesta edizione di Beviamoci Sud, evento romano realizzato da Riserva Grande, Andrea Petrini, wine blogger di Percorsi di Vino, con la direzione tecnica di Luciano Pignataro, rinomato giornalista e gastronomo italiano. Nella centralissima cornice dell’Hotel Palatino, in una temperata giornata di inizio dicembre, a latere di numerose degustazioni ai banchi d’assaggio, abbiamo goduto della masterclass “Un viaggio nei sapori dei Castelli Romani”, impeccabilmente moderata da Saula Giusto, Manager Operativo di Rete VIP.
All’introduzione di Saula cha ha approfonditamente raccontato la genesi e spiegato la mission di Rete VIP, è seguito l’intervento della Presidente Nina Farrell cha ha illustrato il progetto, ribadendo come questo rappresenti un’occasione unica per il territorio dei Castelli Romani e per la creazione di nuove opportunità di sviluppo economico. Molto appassionate poi le parole del Vice Presidente della rete Paolo Iacoangeli, che ha posto in evidenza come le aziende che prendono parte a Rete VIP puntino alla valorizzazione dei prodotti enogastronomici in totale armonia con quella del paesaggio rurale di questo lembo di Lazio tutto da raccontare.
Rete VIP a Beviamoci Sud: da sin. Paolo Iacoangeli, Nina Farrell, Luciano Pignataro, Saula Giusto
La degustazione di Rete VIP
La masterclass è stata accompagnata dalle parole dei produttori che hanno raccontato le proprie realtà, con la frizzante conduzione del ben conosciuto giornalista campano Luciano Pignataro. Fil rouge il territorio vulcanico dei Colli Albani, con la composizione del suolo così unico, ricchissimo di sali minerali, in primis il potassio, che ha lasciato in dote il crollo del Vulcano Laziale avvenuto centinaia di migliaia di anni fa. Il terreno è così florido, inoltre, per l’abbondanza di acqua nel sottosuolo.
Il giornalista Luciano Pignataro
Rete VIP è EVO
Ad aprire le danze tre EVO di gran carattere, quello dell’Azienda biologica La Luna del Casale di Lanuvio, frutto del blend della tradizionale Itrana con varietà tipiche del Centro Italia come Moraiolo, Leccino e Frantoio. Un extravergine che ha dimostrato personalità olfattiva prettamente orientata su note vegetali e frutta secca, completate da gradevole sensazione piccante accennata al gusto.
Ci si è spostati poi nell’areale di Velletri per assaggiare l’Evo de Le Quattro Vasche, da cultivar Leccino, Itrana e Pendolino raccolte a principio d’invaiatura, anch’esso dal “cuore” vegetale, arricchito da sensazioni di erbe aromatiche e ben strutturato in bocca. Per concludere questo viaggio nell’oro verde con la degustazione del campione dell’agricola Giulio Pesoli di Ariccia, che ha completato la carrellata con un mix di Leccio del Corno in prevalenza e restante quota giocata tra Leccino e Pendolino. L’Evo in questione si è rivelato ben fruttato, con intriganti accenti d’agrume e una bocca in equilibrio tra note amare e piccanti.
Rete VIP è Vino
Spumante
Come da manuale di sommellerie si parte con gli Spumanti, dove abbiamo avuto modo di apprezzare il Brut Metodo Charmat della azienda Cantine Silvestri di Lanuvio. Ottenuto da solo Chardonnay è un Blanc de blancs che incalza con profumi di agrumi, pietra focaia, nota lievemente fumé e un gusto altamente sapido e garbatamente ammandorlato in chiusura, a ricordare la matrice vulcanica che lo ha forgiato.
Ora è il turno dello Spumante Rosé presentato dall’Azienda Marco Serra di Velletri. Il Nisa è un Metodo Classico da Sangiovese con dégorgement à la volée. Gode di un perlage minuto per un naso che è tripudio di frutta croccante rossa e selvatica, a cui fa da contraltare un gusto pienamente sapido e fresco.
Bianco
È la volta dei vini bianchi, di cui la zona è ben rappresentativa. L’inizio è scoppiettante con l’assaggio del Bianco Biologico 2022 della cantina Jacobini di Genzano di Roma. Forte di impianti dislocati in diversi areali (Genzano, Ariccia, Albano), l’azienda produce questo raffinato Trebbiano che prende luce nel lieu-dit di Ariccia, che lo caratterizza con un tono profondo e decisamente minerale à côté di deliziose note di pompelmo e frutta esotica. In bocca è energia allo stato puro, fresco, poderoso.
Una felice contaminazione tra terroir e varietà alloctone è rappresentata dal Vermentino 2023 dell’Agricola Giulio Pesoli. Da clone di origine ligure impiantato in collina su terreno sabbioso altamente minerale, si ottiene un bianco sfaccettato tra ricordi di frutta a pasta gialla, cenni di agrumi e impattanti note di pietra pomice e iodio. Al gusto è ben indirizzato sulla componente salina, dando prova di un finale duraturo.
Di livello il Velletri Bianco Superiore Cellogrifone 2022 di Le Quattro Vasche. Curioso il nome della cantina che ricorda come in antichità, sul suolo che ospita l’azienda, vi fossero quattro vasconi di pietra di forma quadrata per lo stoccaggio di vino ed olio a circondare una villa patrizia. Il vino proposto è prodotto in quota maggiore da Malvasia Puntinata, ha profumi lautamente fruttati, albicocca su tutti, e un ricco soffio floreale. Tipicamente fresco il gusto, con degno epilogo ammandorlato.
Da Lanuvio proviene il campione Avvio 2022 della Cantina Il Bottino. L’azienda vanta due microaree produttive caratterizzate da argilla e rocce basaltiche, si concentra su due etichette e nell’Avvio predilige il blend di Malvasia di Candia, che dona struttura assieme a uve Trebbiano Toscano per ottenere freschezza e longevità. Il quadro olfattivo è indirizzato su profumi di frutta a polpa gialla ben matura, note di arancia e un tocco minerale. Al sorso risulta rispondente, dall’attacco fresco e sviluppo decisamente sapido.
Di notevole spessore il Fiano Colle dei Marmi 2022 di Agricola Le Rose. La realtà è ubicata a Genzano, al confine con la ridente Velletri. Opera in regime bio e può vantare oltre alla consulenza in cantina di un fuori classe come Luca D’Attoma, del primo impianto sperimentale dei Castelli Romani dedicato ad uva Fiano. Il naso è un tripudio di frutti canditi ed erbe aromatiche, nuance di rosa bianca, ricordi di miele grezzo. Al gusto ha perfetto equilibrio fresco-sapido e un finale interminabile.
Passiamo ora alla Malvasia Puntinata 2022 di Agricola Il Borgo, solida realtà di Ariccia che offre anche la possibilità di soggiornare nella struttura agrituristica. Al naso offre nette note di frutta a pasta gialla, biancospino e ancora miele ed inconfondibile tono minerale. Il sorso ha centrato equilibrio e un particolare sbuffo sulfureo in chiusura che ricorda i suoli vulcanici di zona.
È dedicato alla duchessa Livia Cesarini Sforza, Signora di Genzano, il Rosato Duchessa Livia 2023 della Cantina Costantini. La nobildonna è ricordata con affetto in paese per aver contribuito a sviluppare il piano urbanistico di Genzano Nuova ed a lei fu intitolata la via dove si svolge la storica infiorata. Il vino è ottenuto da uva Cesanese Comune ed ha naso grazioso di frutti di bosco e intensi ricordi floreali. Il sorso è ben teso e gustoso, non perdendo la sua vocazione fresca nell’arco dell’assaggio.
Con Casale Cinque Scudi torniamo a Velletri dove i Mariani conducono l’azienda che prende nome dal curioso aneddoto che narra dell’acquisto di tutto il vino di zona destinato alle funzioni monastiche, con gli ultimi 5 scudi prima che la moneta venisse sostituita dalla lira. Il Bianco Evoluzione 2022 è frutto di varietà Chardonnay coltivata negli impianti di Aprilia, il cui mosto viene fermentato e maturato in barrique. Lo start olfattivo è leggermente boisé, per poi lasciare ampio campo a intensi ricordi di frutta matura, agrumi e fiori carnosi. In bocca si snoda con adeguata freschezza e bei toni di spezie dolci in scia.
Rosso
Quando si parla di rossi del Lazio non si può non citare il Cesanese di Affile, vitigno storico che la famiglia Mingotti coltiva amorevolmente a Lanuvio, alle pendici dei Castelli Romani ed a ridosso della provincia di Latina. In cantina la mano esperta del consulente Valentino Ciarla fa la differenza ben palpabile nel Cesanese Arcana 2023 di Cantinamena. Un vino dal ricco bagaglio olfattivo in cui spicca frutta rossa e nera croccante, mela annurca in bella mostra, accennate note minerali. Pieno e sapido al gusto, è supportato da gioiosa freschezza e tannino composto ed integrato.
Torniamo nel territorio di Genzano con il Cabernet Franc 2021 di Tenuta Iacolangeli, artigiani della vigna da cinque generazioni, famiglia che vede oggi al timone il ben preparato Paolo Iacoangeli. Il rosso proposto realizza un’ottima performance esibendo stoffa da campione internazionale, nato in terroir vulcanico. L’impatto olfattivo è degnamente vegetale e prelude a toni di frutti di bosco su fondo di note boisé. La bocca è in perfetta armonia: è caldo, dal tannino soffice e inseguito senza sosta da spinta fresco-sapida. Di carattere la persistenza.
Paolo Iacoangeli Vice Presidente di Rete VIP
Tra i progetti più significativi e che non conosce mezze misure in termini di qualità, quello dell’azienda Ômina Romana dell’imprenditore tedesco Anton F. Boerner che ha sostanziato l’acclamato terroir di Velletri in una campionatura degna di nota. Omnia in latino vuol dire “buoni presagi”, ovvero tutto ciò che indicava agli antichi Etruschi e Romani l’incarnazione delle forze positive degli Dei in armonia con la natura. E da Ômina Romana il rispetto della natura è al centro della filosofia produttiva, ben evidente in questo Cesanese 2019, lauto di note di spezie dolci e frutti di bosco, con nuance d’agrumi. La bocca, saporita e prodiga di equilibrio, si fa lunga e completa nella persistenza.
Restiamo a Velletri con la cantina dei Fratelli Ceracchi che presenta il Cesanese 2019, un’azienda che affonda le proprie origini nell’Ottocento ed oggi, a fronte di reimpianti e tecniche produttive moderne, trasforma uve provenienti da terreni ricchissimi di elementi minerali. Vinificato e maturato in vasche d’inox e cemento, il rosso da Cesanese d’Affile è ben espressivo, richiamando toni ferrosi e di frutta. La bella progressione gustativa è incardinata sulla rispondenza del frutto, assieme ad un tannino rotondo.
Non poteva mancare un vino da Cabernet Sauvignon, varietà tra i vitigni più diffusi del pianeta, lavorato in purezza nel Meridies 2019 di La Luna del Casale. Nel territorio dei Colli Lanuvini l’espressione della cultivar si fa mentolata e speziata, ricca di profumi balsamici, di cannella e frutti selvatici maturi, con incursioni di liquirizia alla violetta. La sapidità minerale gli conferisce un bel carattere, che si accompagna ad una massa fenolica senza cedimenti.
A sorpresa la masterclass si è conclusa con l’assaggio di due cocktail realizzati miscelando alcuni vini degustati con gli sciroppi dell’azienda biologia Le Erbe della Luna, una realtà posta sul lago di Nemi, nel Parco Regionale dei Castelli Romani, dove si coltivano erbe officinali e fiori eduli per realizzare tisane, liquori, confetture ed erbe essiccate.
Una degustazione dunque avvincente quella di Rete VIP a Beviamoci Sud, che ha messo sul banco la qualità dei prodotti dei Castelli Romani interpretati da aziende locali che si muovono in armonica sinergia. Ed è appunto questa l’eredità più bella di zona: lo spirito d’impresa tutta familiare che è tratto saliente e forza delle realtà più belle e significative d’Italia.