
Photo by @andreamarcovaldi
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Ne parlavo proprio ieri con la mia anima. Sai quale sarebbe per me il dono più bello da scartare? Avere un Popolo del Vino Italiano più unito. È questo un sogno? Uno scarto di fantasia? Il nostro Belpaese, unico e straordinario, ci ha regalato una terra fertile dove la vite, luccicante sotto il sole, non si attarda a dare i suoi frutti migliori con la promessa al vignaiolo più attento di imbottigliare vini memorabili.
In questo tempo in cui la vite combatte a spada tratta la follia di una calura afosa, tutto ciò mi appare più prezioso, più importante, ancora più urgente di quanto non sembrasse all’uomo del secolo scorso. Non c’è più tempo, la vite lotta, dobbiamo farlo anche noi. Occorre fare Sistema non solo in ambito territoriale, interconsortile, tra cantine, enologi, cantinieri, sommelier, ristoratori ma anche tra comunicatori giornalisti-blogger-influencer, addetti commerciali e wine lover, per intessere nuovi rapporti tra chi il vino lo produce, lo conosce e lo ama e chi se ne vuole appassionare. Sono tantissimi i curiosi che mi scrivono dopo che pubblico, lì fuori c’è questo giacimento inesplorato che va informato e consigliato con professionalità e con un messaggio unitario.
Non mi sembra un’utopia, io mi lascio entusiasmare dal bello che si può realizzare, come ha fatto Giovanni Bulgari nel battezzare in terra di confine tra Toscana, Umbria e Lazio Podernuovo a Palazzone, un progetto di cuore e passione di uno degli eredi della nota famiglia di gioiellieri.