Photo by @andreamarcovaldi
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Domenico Clerico aveva un cuore avventuroso e grande. Nelle sue digressioni stilistiche si sentiva la bellezza dell’avventura giovanile, sin dal principio quando cominciò col convertire negli anni Settanta la terra di casa da frutteto a vigneto. Poi insieme all’amata Giuliana, passo dopo passo, costruì un’azienda che vantava bellissime porzioni di cru come la Bussia e Ginestra, fino a far parlare di sé quando diventò uno dei protagonisti dei “Barolo Boys”, i giovani “anarchici” che per primi usarono la barrique in zona facendo infuriare i tradizionalisti più ortodossi.
Domenico aveva anima ardita e bonariamente selvatica e il soprannome che lo accompagnava datogli dal padre era Aeroplanservaj – l’aeroplano selvatico – per la sua inarrestabile voglia di essere spirito libero e cercare sempre nuove sfide. L’ultima grandiosa quella di andar fuori da Monforte d’ Alba, sede storica dell’azienda, e interpretare l’elegante terroir di Baudana, la zona a nord di Serralunga d’Alba.
Ne è venuta fuori una grandissima etichetta, il Barolo Aeroplanservaj, che mi ricorda tanto l’essenza unica di Domenico, un uomo che volava sempre alto!