Photo by @andreamarcovaldi
ANNATA:
PRODUTTORE:
PUNTEGGIO:
NAZIONE:
REGIONE:
FILOSOFIA PRODUTTIVA:
COLORE:
TIPOLOGIA:
DENOMINAZIONE:
FORMATO BOTTIGLIA (L):
GRADAZIONE (%):
PREZZO:
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DEGUSTAZIONE:
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Dopo aver degustato il Brunello di Montalcino 2015 de Le Potazzine mi viene in mente la prefazione che Oscar Wilde scrisse postuma rispetto all’uscita del suo capolavoro “Il ritratto di Dorian Gray”. Gigliola Giannetti e le sue figlie Viola e Sofia sono delle artiste creatrici di vini estremamente belli: soltanto attraverso la semplicità della loro arte mettono in bottiglia ciò che sentono di più intimo della loro terra. Qui si parla di cose “inutili”, perché il vino oggi non è certo sussistenza, ma di emozioni così utili allo spirito da sembrare assolutamente necessarie; lo dimostra il fatto che io resti ad ammirare intensamente questa bottiglia ormai terminata.
L’azienda prende nome dal vezzeggiativo con cui i nonni chiamavano le nipotine, a ricordare le Cinciallegre, gli uccelli più piccoli che abitano i boschi di Montalcino. Siamo nel versante sud-ovest dove i terreni galestrosi e molto sciolti sono intrisi di quel ferro che regala nel bicchiere singolari sensazioni ematiche e di freschezza e la considerevole altezza di 507 m slm aiuta le vigne a difendersi dal global warming e dall’umidità. Dal Rosso alla Riserva – prodotta solo nelle annate migliori – si lavora in egual maniera, cambiano ovviamente i tempi di maturazione in legno, ma le tecniche restano le stesse: solo lieviti indigeni nelle lunghe macerazioni e invecchiamento in botti grandi.