Photo by @andreamarcovaldi
ANNATA:
PRODUTTORE:
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FILOSOFIA PRODUTTIVA:
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FORMATO BOTTIGLIA (L):
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Mentre le campane suonano e annunciano come il più preciso dei segna tempo che scocca il mezzogiorno di domenica, decido di degustare per pranzo un vino campano. La Campania vitivinicola merita l’onore di una approfondita descrizione che narri un territorio unico al mondo con terre felici e graziose, fertili ed uniche, con vigne che dimorano in prossimità di corsi d’acqua, delle falde del Vesuvio, del mare o nell’amenità dei paesaggi collinari come quello di Torrecuso, dove gli antichi Romani fecero transitare una strada militare che era prolungamento delle Via Prenestina.
Tra ricordi dell’antichità e il profumo squisito del pranzo domenicale verso nel calice una delle Falanghine che preferisco, quella della Cantine Tora. Badate bene, benché la progenie sia la stessa ed unica dei vitigni dei Greci, dei Sanniti e Romani, qui parliamo della varietà del Sannio Beneventano e non del Napoletano e del Casertano, la più ricca in termini di tensione e dunque capace di sorprendente invecchiamento. La ricetta dei fratelli Rillo per realizzare il Kissòs, prodotto solo nelle migliori annate, risulta molto semplice: vecchi impianti che sappiano “copiare” il meglio del terroir, terreni pregni di elementi e ottimamente esposti, prolungate macerazioni sui lieviti e lungo affinamento in bottiglia.