Photo by @andreamarcovaldi
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FILOSOFIA PRODUTTIVA:
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Un timido sole pomeridiano scalda l’aria fresca che penetra nella mia stanza. Tra le mani ho un libro di grande bellezza enologica e filosofica, ci sprofondo con passione. Si tratta di uno dei romanzi che ha scritto Roberto Cipresso, tra i pochi enologi che conosco, rimasto negli anni coerente e puntuale con il suo credo.
Mentre svanisce il calore del giorno, la lettura mi sazia ancora di più se sorseggio “La Quadratura del Cerchio”: un suo vino di spessore che è anch’esso pura filosofia, con l’intrigante idea di toccare tre terre in un unico “flusso” di degustazione. Dopo anni di ricerca e collaborazioni nel mondo, Roberto ha creato questa etichetta che è sintesi di esperienza e stile; le uve nascono sulla geografia immaginaria del 43° Parallelo Nord, che tocca territori antichi per la vite come la Georgia, luoghi di grande sacralità come Medjugorje o Santiago de Compostela e giunge fino all’Oregon, nuova frontiera americana. Ma è nel passaggio sull’Italia che il 43° Parallelo abbraccia zone di inestimabile vocazione vinicola come la Toscana, l’Umbria e le Marche, e più precisamente dalla Val d’Orcia, Spello e San Benedetto del Tronto provengono le uve di Sangiovese, Sagrantino e Montepulciano che creano il blend. Il rosso appare come la naturale emanazione di un’arte enologica fuori dal comune, che rischia solo di farmi perdere il segno di lettura per quanto è coinvolgente.