Photo by @andreamarcovaldi
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Èraro vedere una natura più bella di quella che si trova portandosi al di là del Monte Argentario. Tramonti spettacolari che si riverberano sul mare, terre lavorate alla perfezione pronte a donare i propri frutti, e sospingendosi nell’interno della campagna grossetana l’incontro con frazioni dalle antiche cinte murarie che ci proiettano indietro sino all’epoca medievale.
Una di queste è Pereta, nell’areale di Magliano che anima parte di quella Toscana vitivinicola che ha saputo rinnovarsi meglio di altre e a ritmo più sostenuto. Qui è nato il Saffredi, uno dei baluardi del fenomeno Supertuscan: una categoria di rossi che hanno contribuito ad esportare un nuovo modello di vino italiano nel mondo.
Oggi ingabbiare un vino in una categoria idealtipica appare cosa davvero limitante, ed il concetto di Supertuscan appare superato, in virtù del fatto che queste terre hanno ben digerito la presenza di vitigni alloctoni, cosa avvenuta forse meno tra gli appassionati più incalliti di enologia tradizionale. Non va comunque dimenticato che aree come quella del Morellino di Scansano, prima che si impiantassero produzioni di successo come quella de la Fattoria Le Pupille, erano parte della così detta Altra Toscana, dunque reputate minori, mentre oggi rivestono un ruolo determinante soprattutto sui mercati internazionali.