Photo by @andreamarcovaldi
ANNATA:
PRODUTTORE:
PUNTEGGIO:
NAZIONE:
REGIONE:
FILOSOFIA PRODUTTIVA:
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TIPOLOGIA:
DENOMINAZIONE:
FORMATO BOTTIGLIA (L):
GRADAZIONE (%):
PREZZO:
UVE:
DEGUSTAZIONE:
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Ecco un vino del Nuovo Mondo che mi catapulta in un mondo nuovo, in cui la luce del sole mattutino e quella della luna illuminano senza sosta la vigna Alteza di Malbec, che abbraccia la vecchia chiesa sconsacrata del piccolo pueblo di Yacochuya. Qui nulla sussiste dell’antica idea che abbiamo del vino: siamo a 2.200 metri slm, nella terra desertica della Valle di Cafayate, tra cactus, lama, condor, colibrì, pappagalli e puma, in una natura straordinaria.
Riconosco in questo vino la genialità dei suoi interpreti Roberto Cipresso e Santiago Achaval, gli enologi che si sono inventati la fermentazione più dinamica che esista, che parte in tini di rovere caricati su camion a Cafayate, nella frazione di Salta, e viene monitorata ora dopo ora per 1.400 km fino alla cantina di Mendoza; lì comincia la seconda parte della fermentazione in tini da 10 hL con follature a mano alla borgognona. Il rosso ottenuto è un’esperienza d’assaggio quasi mistica, che mi fa apprezzare ancor di più le competenze di due wine maker che hanno contribuito sin dagli anni Novanta a far emergere la visione di terroir in Argentina, lavorando dapprima vigne di oltre 100 anni a Mendoza e poi le terre solide della pre-cordigliera, le più antiche del pianeta (!), che gli emigrati di fine ‘800 non si sarebbero mai sognati di lavorare con la sola zappa. Nascono così vini unici e irriproducibili che sono fantasticherie di gusto, da assaggiare almeno una volta nella vita.